Badanti: Nel Veronese serviranno 7.627 nel 2030
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- 1 ago 2017
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In Veneto la "domanda" sale del 31%. Richieste anche le colf. Motivo: over 75 più numerosi. Molte stranieri ma ora ci sono anche le italiane.

C'è un mercato, in Italia, che genera un giro d'affari di 7 miliardi di euro l'anno, cresciuto del 42% in otto anni e destinato a incrementarsi ancora fino al 2030. È quello del lavoro domestico, per la maggior parte coperto da stranieri (dall'Est Europa per quanto riguarda le badanti) ma sono aumentati anche gli italiani
Un fenomeno che nel 2015 ha visto l'assunzione nelle famiglie italiane di quasi 900 mila colf (57,6%) e badanti (42,2%) in regola, e che considerando le figure non ancora regolarizzate arriva a superare la soglia del milione. Trend in lieve calo rispetto all'anno precedente (-2,3% sul 2014), ma dal 2006 (479 mila assunti) al 2015 (886 mila) addoppiato.
È quanto rilevato da uno studio della Fondazione Leone Moressa e Domina (associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico), allo scopo di evidenziarne l'impatto socio-economico e analizzarne le proiezioni di crescita in relazione alle prospettive demografiche.
A determinare il fenomeno sono, da un lato, la presenza sempre più attiva delle donne nel mondo del lavoro, che determina la crescente domanda di servizi di collaborazione domestica, dall'altro, l'invecchiamento progressivo della popolazione, che genera quella di assistenza privata.
IN VENETO CRESCE IL FABBISOGNO
Sotto quest'ultimo aspetto, in base all'elaborazione dei dati Inps e Istat, è stata ipotizzata una stretta correlazione tra la distribuzione di badanti e quella di anziani con almeno 76 anni, più visibile in alcune regioni, tra cui Veneto (ove è distribuito l'8,6% del totale badanti regolarmente registrati e l'8% della popolazione over 75), Lazio (9% di badanti; 9,1% over 75).
In vista dell'invecchiamento della popolazione, per le famiglie venete, di qui al 2030 si stima inoltre una crescita del fabbisogno di badanti del 31% (oltre la media nazionale del 25%) fino cioè al raggiungimento di 42.183 lavoratori domestici.
Più nel dettaglio, a Verona, dove è attualmente distribuito il 18% di badanti e il 18,4% degli over 75 della regione, per il 2030 è previsto un fabbisogno di circa 7600 badanti. Qualche migliaio in più di Treviso e Vicenza (circa 6 mila), ma, meno di Padova e Venezia (attorno alle 8 mila badanti richieste).
IMPATTO SOCIO-ECONOMICO
Lavoro domestico che richiede una spesa di circa 7 miliardi l'anno per le famiglie italiane, ma anche 947 milioni versati a titolo di contributi e 416 milioni di Tfr. Un circuito che non solo consente allo Stato di risparmiare costi di gestione di strutture per l'assistenza socio-sanitaria, ma consente alle donne autoctone la possibilità di entrare nel mercato del lavoro, delegando il problema dei tempi di conciliazione vita-lavoro ad altre persone.
Considerando inoltre i lavoratori domestici irregolari, il volume d'affari e il gettito fiscale potrebbero raddoppiare. E secondo Domina, le somme non incassate potrebbero rientrare grazie a politiche fiscali a sostegno delle famiglie che assumono un lavoratore domestico.
La mapa delle lavoratrice domestiche
Una su quattro è romena e il 20% è connazionale
In Italia, nel 2016 la popolazione con almeno 75 anni rappresenta l'11% dell'intera popolazione, valore destinato a crescere al 23% nel 2050 (stime Istat). Questo si traduce in un innalzamento dell'età media della popolazione che, se nel 2015 è pari a 44 anni, nel 2065 arriverà quasi a 50 anni.
Mantenendo costante il rapporto tra badanti e popolazione anziana, per far fronte all'invecchiamento della popolazione nel 2030 il fabbisogno di badanti aumenterà del 25,2% rispetto al 2016. Considerando solo le badanti, oltre il 60% dell lavoratrici regolarizzate dalle famiglie italiane proviene dall'Est Europa. Secondo i dati Domina, una badante su cinque è rumena (21,1%). Seguono le Italiane, quasi al 20%. Nel 2008 l'Italia era al 9,1% e l'Est Europa al 74,7%. In aumento anche Asia e Africa.
Per quanto riguarda le colf: diminuiscono quelle dell'Est Europa, crescono italiane ed asiatiche. Per effetto della crisi economica molte donne italiane che prima non lavoravano sono rientrate (o entrate) nel mercato del lavoro domestico.
Fonte: Giornale L'Arena
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