Quanto si rischia quando si assume una badante in nero?
- Admin
- 4 apr 2017
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Una famiglia che dà impiego ad una colf o badante senza averla messa pienamente in regola può incorrere in sanzioni, sia di natura amministrative, che civile e penale.

A seguito della riforma dell'impianto sanzionatorio introdotta dal d.lgs. n. 151/2015, il datore di lavoro rischia una maxi sanzione pecuniaria che può raggiungere anche i 36.000 euro per ogni lavoratore occupato.
– da 1.500 a 9mila euro per ciascun lavoratore irregolare, nel caso in cui lo stesso sia impiegato per un periodo fino a 30 giorni effettivi di lavoro; – da 3mila a 8mila euro per ciascun lavoratore, in caso di impiego fra i 30 e i 60 giorni; – da 6mila a 36mila euro, qualora l’impiego superi i 60 giorni.
L'importo, infatti, viene calcolato in base ai giorni di effettivo lavoro per ciascun lavoratore irregolare, e aumentato del 20% in caso di impiego di lavoratori stranieri non in regola col permesso di soggiorno o di minori in età non lavorativa.
Il decreto ha provveduto a una "revisione del regime delle sanzioni che tenga conto dell'eventuale natura formale della violazione, in modo da favorire l'immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita, valorizzando gli istituti di tipo premiale"
La maxi sanzione potrà essere ridotta se il datore si avvale della diffida obbligatoria e degli adempimenti prescritti per la regolarizzazione delle violazioni accertate.
Per il dipendente impiegato in nero, però, tutto cambia questi abbia dichiarato alle autorità competenti il proprio stato di disoccupazione o, addirittura, percepisca apposita indennità. Le autorità che abbiano effettuato i controlli, infatti, hanno l'obbligo di segnalare il lavoratore occupato in nero alla Procura della Repubblica.
Nel primo caso, il lavoratore occupato in nero che abbia reso all'Inps o al Centro per l'impiego la dichiarazione circa il proprio status di disoccupato, rischia una condanna per il reato di "Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico" ex art. 483 del codice penale.
La norma punisce con la reclusione fino a due anni chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità.
Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a 3.999,96 euro si applica soltanto la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da 5.164 euro a 25.822 euro. Tale sanzione non può comunque superare il triplo del beneficio conseguito.
In aggiunta alle sanzioni penali e amministrative, il lavoratore in nero che abbia percepito illegittimamente gli ammortizzatori sociali, decade dai benefici e resta salvo il diritto dell'Inps o dell'Ente erogatore dell'indennità alla restituzione degli indebiti e al risarcimento del danno.
Fonte: (www.StudioCataldi.it)
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